BIG - Benessere in Guscio
Finanziamento nell’ambito del V bando dei Contratti di filiera
in ambito agroalimentare - MIPAAF AGRET 02 – Ricevuta Prot n. 0601443 del 23/11/2022
- Avviso MASAF 22 aprile 2022, n. 182458
- Finanziamento € 28.678.095,12
- Decreto Direttoriale di concessione del finanziamento MASAF N. 0308035 del 07/07/2025
- CUP B39I21001500001
(PNRR) Il recupero delle biomasse di scarto derivanti dalla filiera agricola ha dato vita a nuove prospettive di studio di interesse applicativo e di alto impatto tecnologico. L’uso efficace ed intelligente di tali sottoprodotti rappresenta una sfida nella gestione dei rifiuti e, in particolare, la loro conversione in risorse fruibili è un obiettivo rilevante per le filiere agricole.
In questo scenario, i campi di studio più ambiziosi riguardano principalmente la ricerca di materiali all’avanguardia e di molecole bioattive recuperabili dagli scarti. Un caso emblematico è rappresentato dalle biomasse di scarto derivanti dall’attività di produzione e lavorazione della frutta a guscio.
CASTAGNO Una recente indagine indica che le famiglie italiane acquistano una quantità di castagne e marroni variabili fra le 15.000 e le 16.000 tonnellate/anno, per un valore di circa 75 milioni di Euro. L’indice di penetrazione di castagne e marroni nelle famiglie italiane è del 20% circa. La spesa per famiglia è di circa 10 euro/anno. L’Italia oggi produce circa 35-40 mila tonnellate di castagne e marroni, mentre il fabbisogno è di circa 60-65.000 tonnellate. Si deve quindi ricorrere all’importazione di 20-30.000 tonnellate a seconda delle annate.
E’ fondamentale quindi aumentare la produzione con il recupero di vecchi castagneti e soprattutto creando nuovi e moderni frutteti di castagno più facilmente meccanizzabili, coltivati con varietà di castagno europeo (Castanea sativa Mill.), in grado di garantire migliore qualità.
NOCE La sua produzione a livello nazionale si è attestata attorno alle 15.000 tonnellate nel 2020, ma si è registrato un consumo nazionale di circa 40.000 tonnellate (incluso utilizzo nel trasformato; report ISMEA 2020).
Essendo l’aumento di scarto proporzionale all’aumento di produzione, si comprende l’urgenza di implementare processi in grado di riutilizzare lo scarto come materia prima a basso costo e come fonte accessoria di reddito.
L’idea progettuale proposta dai partner CeRICT, FEM e BIOGEM nasce allo scopo di sviluppare tecnologie innovative per risolvere in maniera sinergica alcuni dei principali problemi della filiera “frutta a guscio”, quali il riutilizzo degli scarti lavorazione e produzione in un’ottica di economia circolare.